Cambiare azienda: quando è il momento? | Risorse Professional Skip to main content

Il giusto tempo prima di cambiare azienda

Per dare un’indicazione generale, che può essere utile come parametro indicativo, quanti anni è consigliato rimanere all’interno di una stessa realtà lavorativa?

“Mai meno di 2 e mai più di 5”.

Questa è la massima pronunciata, in confidenza, dal dirigente di una nota realtà di elettrodomestici. Una raccomandazione che suggerisce di “non rimanere in un’azienda meno di 2 anni, perché in un tempo inferiore non si è in grado di valutare i propri margini di crescita all’interno. E se questi margini non ci sono, mai rimanere in quell’azienda più di 5 anni”.

La decisione di cambiare azienda dev’essere guidata da forte convinzione e consapevolezza. Spesso ci si chiede se è il momento giusto, se la nuova azienda soddisferà le proprie aspettative, se il settore di riferimento garantirà una visibilità di lungo termine. Molti sono i dubbi che sorgono e poche, a volte, le risposte. Tuttavia, avere le idee chiare è importante perché il lavoro occupa gran parte del nostro tempo. Spesso, inoltre, se non si è sereni e non si hanno le idee chiare nella sfera professionale, si rischia di intaccare anche quella privata.

Perchè cambiare azienda?

Secondo i nostri Head Hunters, che hanno competenze ed esperienza in tema di carriera, il momento giusto per cambiare azienda è molto soggettivo. Il loro consiglio è quello di rimanere nella società per almeno tre anni, anche per rendere spendibili le proprie competenze, senza darsi un limite di tempo. Quest’ultimo dipende da più fattori, che hanno una rilevanza diversa per ogni persona. In linea generale, è preferibile cercare una nuova opportunità quando:

  • si è compreso appieno il proprio ruolo e non si vedono prospettive di crescita soddisfacenti;
  • la curva di apprendimento sta diventando piatta;
  • vengono meno i presupposti per coltivare le relazioni con i colleghi.
Cambiare azienda: quando è il momento?
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Cambiare azienda: quando è il momento?

Lo scenario italiano sulla ricerca di nuove opportunità

Abbiamo una fotografia dello scenario attuale nel panorama italiano.

Secondo i dati forniti da Assolombarda, in Italia il turnover aziendale medio si attesta a 5,5 anni, non discostandosi molto da quello europeo di 5,4.
La dimensione dell’azienda ha un impatto limitato, con lievi incrementi nelle grandi aziende e nelle multinazionali.

Dall’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano risulta che il 12% dei lavoratori italiani ha intenzione di lasciare il proprio lavoro da qui a 6 mesi, mentre il 23% intende farlo nel medio periodo.
Le percentuali salgono tra i giovani sotto i 27 anni e per i lavoratori dei settori finance, IT e Digital e in quello dei servizi. Dati che suggeriscono un diffuso senso di insoddisfazione, soprattutto nei settori più dinamici e in rapida trasformazione.

Cambiare azienda: quando è il momento?

Quali sono le motivazioni che spingono a cambiare lavoro?

Tra le principali ragioni che portano a spostarsi in una nuova organizzazione c’è la gestione aziendale del “work-life balance“. L’adozione dello smart working ha dimostrato numerosi vantaggi nell’attrarre nuovi talenti e mantenere i dipendenti, con una riduzione dell’assenteismo e un aumento della produttività.

Un altro interessante driver preso in considerazione è la crescita economica. Si registrano forti disallineamenti tra le competenze, le responsabilità e la retribuzione. Per questo è importante avere consapevolezza dei range retributivi abbinati al proprio ruolo e alla propria esperienza. Sul nostro sito sono presenti indagini salariali, declinate per settore, utili da consultare.
Questa motivazione è molto diffusa soprattutto tra le figure più junior, che spesso ambiscono a ruoli più alti e a uno stipendio maggiore.
Professionisti più senior non disdegnano certamente vantaggi retributivi, ma sono spinti, generalmente, da aspetti legati più ai propri interessi, alla cultura, mission e strategie aziendali.

Non ultimi, tra gli aspetti che incentivano questa decisione ci sono l’assenza di etica professionale, la mancanza di strumenti necessari per svolgere al meglio le proprie attività, manager troppo apprensivi, non sentirsi a proprio agio nel contesto in cui si lavora. Il candidato, in questo senso, ha una funzione “educativa” verso il mercato.

Se e quando vengono a mancare i presupposti minimi per coltivare una collaborazione professionale sana e costruttiva, è sicuramente il momento di cambiare azienda.

Scegliere l’azienda giusta: cultura e valori

Uno degli aspetti critici da valutare quando ci si trova di fronte all’opportunità di cambiare azienda è sicuramente la cultura aziendale. A livelli manageriali, la capacità di allinearsi ai valori, alla mission e alla visione dell’organizzazione è fondamentale, soprattutto se si desidera guidare un team con successo, raggiungendo così gli obiettivi strategici.

È importante comprendere il tipo di ambiente promosso dall’azienda e i valori espressi dall’organizzazione, per capire se sono allineati alle proprie convinzioni personali.

In un mercato sempre più orientato alla sostenibilità e alla responsabilità sociale, molte aziende stanno abbracciando politiche di corporate social responsibility (CSR) che influenzano il modo in cui i manager approcciano il proprio lavoro. Se questi aspetti, ad esempio, non coincidono con il proprio sistema di valori, può risultare difficile sentirsi coinvolti e motivati a lungo termine.

In molte aziende, specialmente quelle di grandi dimensioni o in rapida crescita, si sta assistendo a cambiamenti profondi a livello organizzativo. Capire se si è disposti ad adattarsi a questi cambiamenti, o se essi possono rappresentare un’opportunità di crescita professionale, è un fattore determinante sulla scelta dell’azienda in cui entrare.

Quante volte è consigliato cambiare azienda?

Anche per questa domanda entrano in gioco fattori personali e soggettivi. Se si è sicuri che spostarsi in un’altra organizzazione sia la scelta giusta, niente vieta di farlo. Tuttavia, nel prendere questa decisione non bisogna trascurare la percezione di stabilità che si trasmette ai potenziali futuri datori di lavoro. Il rischio che si corre nel cambiare molto frequentemente azienda è, infatti, quello di apparire poco affidabili. Si può dare l’impressione di essere una persona poco stabile o indecisa, caratteristica non positiva, specialmente in ruoli che richiedono un elevato livello di responsabilità e di gestione strategica.

I recruiter spesso tengono conto del track record del professionista, ovvero l’insieme dei risultati raggiungi durante la sua carriera. Una persona che ha lavorato in molteplici aziende, rimanendoci per un breve arco di tempo, potrebbe essere visto come qualcuno che non riesce a integrarsi completamente in una realtà o che si arrende di fronte alle difficoltà. Per questo motivo, è importante valutare se il cambiamento di azienda sia effettivamente la migliore opzione o se si possano risolvere i problemi presenti all’interno dell’azienda attuale.

Al contrario, una decisione ben ponderata, motivata dalla ricerca di nuove sfide o dall’interesse per un progetto strategico di grande rilevanza, può essere vista in maniera positiva. Le ragioni del cambiamento devono essere chiare e legate a una preciso percorso di crescita personale e professionale.

Cambiare azienda o crescere nella stessa?

Cambiare azienda non è l’unica soluzione possibile. Una delle domande che spesso si pongono i professionisti che stanno considerando un cambio di azienda, infatti, è se sia meglio cercare opportunità di crescita all’interno dell’attuale organizzazione, oppure esplorare nuovi orizzonti.

In molte aziende, esistono piani di sviluppo delle competenze e percorsi di carriera che permettono ai dipendenti di avere chiaro come poter crescere all’interno delle stesse, senza dover necessariamente cambiare realtà. Tuttavia, se queste opportunità non esistono o non sono facilmente accessibili, cambiare azienda potrebbe essere l’unica opzione per progredire.

Allo stesso tempo, è importante chiedersi se il proprio desiderio di cambiare sia legato a un blocco temporaneo. I momenti di stagnazione professionale possono essere normali e non sempre hanno come conseguenza necessaria il passaggio a un nuovo e diverso ambiente di lavoro. Può essere utile confrontarsi con il proprio team HR o con il proprio supervisore per discutere potenziali sviluppi futuri, ricevere feedback costruttivi e capire se ci sono opportunità che non sono state ancora considerate.

La valutazione delle opportunità sul mercato

Per i professionisti, specialmente i manager di alto livello, il mercato del lavoro offre opportunità, ma richiede anche una pianificazione strategica. Prima di prendere una decisione, è utile valutare l’attuale situazione del proprio settore, le strade percorribili e l’evoluzione del mercato nel medio-lungo periodo. Può valere la pena, ad esempio, farsi queste domande.  Esistono nicchie in espansione? Sono previsti sviluppi tecnologici che potrebbero influire sul settore? Ci sono aziende emergenti che offrono opportunità interessanti?

Un aspetto che molti professionisti trascurano è la possibilità di ottenere informazioni di mercato prima di prendere una decisione. Gli Head Hunters possono offrire una panoramica più dettagliata delle opportunità disponibili e fornire consigli mirati su come posizionarsi al meglio per ricoprire una nuova posizione.

Guardarsi intorno e ampliare il proprio network importante per essere ancora più consapevoli di ciò che offre il mercato. Entrare in contatto con professionisti tramite la partecipazione a eventi o fiere di settore, ad esempio, può aprire le porte a nuovi percorsi senza per forza cercare attivamente una nuova realtà.

L’importanza della preparazione mentale ed emotiva

Specialmente per chi ricopre una posizione di middle o senior management, il cambiamento di azienda porta con s’è, inevitabilmente, anche un impatto emotivo. Uscire da una realtà in cui si è investito molto, sia in termini di tempo che di energie, può essere complesso e stressante. Inoltre, entrare in una nuova organizzazione implica l’adattamento a una cultura aziendale diversa, nuovi colleghi, procedure e dinamiche relazionali sconosciute.

Prima di compiere questo passo, pertanto, è essenziale sentirsi mentalmente pronti a farlo. Essere consapevoli che ogni transizione porta con sé sfide e incertezze può aiutare a gestire le aspettative e ad affrontare il cambiamento con maggiore serenità e lucidità.

Poiché non si tratta semplicemente di iniziare un nuovo lavoro, ma di proseguire un proprio percorso di crescita professionale e personale, è bene prendersi il giusto tempo per riflettere sul da farsi.

Le nuove opportunità professionali

Come dicevamo, ogni scelta importante deve essere ponderata, prima di compiere qualsiasi azione è importante conoscere il contesto e approfondire le varie opportunità che si prospettano davanti.

A chi affidarsi in questo percorso?

I nostri Head Hunters sono competenti in materia di lavoro e pronti ad affiancarti se vuoi vedere la tua carriera decollare. Ogni professionista del nostro team di head hunting conoscere approfonditamente dinamiche del mercato del lavoro, le figure e le caratteristiche più richieste dalle aziende oggi. Il team, infatti, si relaziona costantemente con molteplici organizzazioni del territorio e partecipa attivamente al processo di ricerca e selezione dei candidati.

Ti suggeriamo di dare uno sguardo alle offerte di lavoro attualmente gestite, e di candidarti o scriverci per affrontare le nuove sfide con il giusto supporto.

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